La figlia della dea della luna: Recensione [Review Party]

Buonsalve gente!

Sono molto felice di aver potuto partecipare al Review Party di La figlia della della della luna di Sue Lynn Tan perchè ho potuto finalmente saziare la mia curiosità in proposito! Ne ho sentito parlare da tantissime persone anche se mai nessuno lo ha fatto riportandomi lo stesso parere di quelli che avevo sentito prima. Un testo divisivo, alcuni lo hanno apprezzato e altri mi hanno detto che si aspettavano di più. Ho scelto questo romanzo come lettura per i giorni del SalTO ed effettivamente l’ho letto a fine giornata, prima di andare a dormire, finendolo in un paio di giorni. Una lettura rapida che non ho faticato a portare avanti, anzi. Per il parere, invece, ho avuto bisogno di ragionare qualche giorno in più.

La figlia della della luna è sempre nell’ambito del fantastico asiatico; in precedenza abbiamo parlato di La ragazza che cadde in fondo al mare e di quanto sia importante (e rispettoso) approfondire le leggende delle altre culture quando sono alla base di narrazioni moderne. Perchè, banalmente, i racconti, le metafore e i riferimenti sono sempre legati alla popolazione che li ha creati e portano un significato e un messaggio che ci necessita conoscere prima di formulare il nostro giudizio definitivo.

Così mi sono presa qualche giorno, ho approfondito e ora sono pronta a dirvi la mia 🙂

Caratteristiche libro:

  • Titolo: La figlia della della luna
  • Autore: Sue Lynn Tan
  • Editore: Oscarvault
  • Data di pubblicazione: 30 maggio 2023
  • Genere e target: Fantasy Young Adult

La figlia della dea della luna e la leggenda di Chang’e

Vedete, il problema dei testi che si basano sul materiale mitico (indipendentemente dalla cultura) è che vanno incontro a 3 difficoltà principali: presentare a lettori del presente una storia costruita per un pubblico passato, l’equilibrio tra rispetto della tradizione e innovazione necessaria (e l’inserimento del punto di vista dell’autore/autrice), il carisma della narrazione di partenza. E se i primi due problemi dipendono interamente da quanto l’autore/autrice sia abile, il terzo fattore è quello che a volte fa pendere la bilancia verso il lato dell’oscurità.

La figlia della dea della luna ha scelto come ispirazione di partenza proprio la storia della mitologia cinese che parla della nascita della dea della luna, di come ha ‘rubato’ o ‘custodito’, a seconda dei punti di vista, una pozione ed è ascesa, affrontando le conseguenze della scelta. Vi consiglio di approfondire Qui per capire di cosa parlo. Se da una parte è una leggenda molto conosciuta, che si lega anche alla popolarissima Festa di metà autunno, dall’altra non è un materiale mitico così avvincente e interessante da reggere un’intera narrazione. Peggio ancora quando questo racconto diventa l’antefatto della storia del romanzo e la protagonista è la figlia della divinità.

La figlia della dea della luna: un inizio lento che o si ama o si odia

Se mi chiedete quale sia, a mio parere, il problema del testo vi risponderei che è questo: la leggenda non ha il carisma narrativo necessario per travalicare i confini e convincere il pubblico moderno (specie quello occidentale che non prova affetto per questa tradizione). Sì è interessante, sì è una leggenda conosciuta, sì ha un gusto nuovo ed esotico per l’occidente, ma non ha abbastanza complessità per fare quel salto da nozione curiosa a storia intrattenente. L’idea dell’autrice di usarla come base di partenza, e non come vicenda principale, può sembrare una soluzione, ma la difficoltà con cui amalgama la tradizione alla storia rende l’inizio del testo molto lento e dispersivo. La ragazza che cadde in fondo al mare aveva trovato un’equilibrio migliore tra show e tell e non aveva insistito eccessivamente all’inizio sulle tradizioni. Non ci raccontava niente, ci mostrava invece una via, siamo noi a decidere di seguirla fino ad arrivare al mito, scoprendo che è parte integrante delle vicende. Qui è dal mito che si parte, uno che ha un significato meno didattico tra l’altro, una storia fantastica fine a sè stessa da cui ci discostiamo ulteriormente per seguire le vicende di una ragazza e del suo difficile destino.

La storia trattata dal romanzo è interessante, forse un pò scontata ma piacevole e intrattenente, la sua matrice di leggenda appesantisce molto la narrazione nella prima parte e questo può scoraggiare il lettore. Da questo derivano molti giudizi negativi che ho sentito. Comprendo il loro punto di vista e sono rimasta un pò delusa da questo aspetto, detto questo però ho trovato che la scrittura fosse abbastanza buona da permettermi di superare questo ostacolo senza problemi.

La figlia della dea della luna: sinossi

Cresciuta sulla Luna, Xingyin non sa che la stanno nascondendo dal temibile imperatore del Regno Celeste, che ha esiliato sua madre per aver rubato l’Elisir di Lunga Vita. Quando però, utilizzando inconsapevolmente la magia di cui è dotata, rivela la propria esistenza, è costretta a fuggire abbandonando la sua casa. Sola, incapace di controllare i propri poteri e piena di paura, si dirige verso il Regno Celeste, terra di meraviglie e di segreti. Qui, sotto mentite spoglie, impara l’arte dell’arco e della magia insieme al figlio dell’imperatore, cercando di ignorare la passione che presto inizia a divampare tra di loro. Per salvare la madre, Xingyin sarà costretta a intraprendere un viaggio avventuroso e ad affrontare creature leggendarie e pericolosi nemici. Ma quando la magia proibita minaccia il regno e Xingyin si ritrova a sfidare nientemeno che il feroce imperatore, dovrà scegliere se rischiare di perdere tutto ciò che ama o lasciare che il reame sprofondi nel caos…

La premessa culturale è stata doverosa perchè mi permette di arrivare al ‘E quindi…?’ del mio giudizio sul testo: a me è piaciuto. Non è stato il miglior fantasy orientale che io abbia letto, nè rientra nella mia top 3, ma è stata una storia intrattenente con tutti i crismi di una storia young adult che va di moda in questo periodo. Aggiungo che ha una scrittura interessante e una protagonista più attiva della maggior parte dei romance fantasy canonici; certo, ci sono parecchi deus ex machina e interventi esterni, ma sappiamo sempre qual è la meta di Xingyin che combatte per il suo grande amore, quello verso la madre, e che non abbandona mai la sua fedeltà verso sè stessa e i suoi valori.

La figlia della dea della luna vuole combattere per avere un ruolo nella sua storia e non essere solo la discendente di qualcuno o l’amica di qualcun altro. Vuole essere Xingying e vuole che le persone sappiano che lei rappresenta solo sè stessa e quello in cui crede.

Tolto l’inizio un pò ingombrante, la storia della ragazza che combatte per farcela da sola e riscattare il suo destino e quello della madre è qualcosa che rientra perfettamente nelle mie corde. Una lettura che definirei ‘cozy’ perchè la trama è esattamente quello che ti aspetteresti da un romanzo romance fantasy young adult: una ragazza coraggiosa che prova a lasciare il suo segno nel mondo e si divide tra dovere e amore.

La figlia della dea della luna: conclusione

L’ho trovata un’ottima lettura da viaggio, non una lettura impegnativa che ti necessita di massima concentrazione ma una storia interessante, dal gusto orientale che si fa leggere. Comprendo chi, considerando la tradizione orientale, si aspettava di più, ma trovo che questo testo sia comunque molto piacevole ed era esattamente ciò di cui avevo bisogno in quel periodo della mia vita: una distrazione curiosa. Non è un libro che regge l’analisi minuziosa, non è di quei testi che ti ricorderai per tutta la vita ma, per me, è stato un ottimo compagno di viaggio. Una lettura fantasy da ombrellone, in senso buono. Un defaticamento narrativo e una coccola, diciamo così.

Il romanzo è parte di una dilogia che proseguirò volentieri non appena avrò bisogno di un’altra tranquilla fuga dalla realtà.

Ringrazio Oscar Vault per la copia e Francikarou per avermi inclusa in questo Review Party!

(Link affiliati per l’acquisto del testo, se volete supportare la mia attività compratelo da qui. Le immagini sono trovate sul web, non detengo i diritti di delle immagini e degli artwork i cui crediti vanno agli artisti, fotografi e grafici originali.)

GIULIA BIFROST

Sono una scrittrice e content creator che ha fatto della comunicazione scritta e digitale il suo scopo, aiuto professionisti ed imprese a raccontarsi al meglio. 

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